lunedì 7 marzo 2011

Zotero e gli altri

Zoh-tair-oh, come dicono gli anglosassoni, deriva dall’albanese zotëroj che significa “padroneggiare”, “imparare particolarmente bene” ed è un’applicazione di Mozilla Firefox (ma da febbraio 2011 è disponibile in standalone anche per i browser Chrome e Safari) che dal 2006 aiuta a compilare bibliografie estratte da pagine web oltre a costruire una base di dati bibliografici personale. Da settembre 2010 è disponibile anche nella versione everywhere che consente l’accesso al proprio materiale anche da Web e da mobile con controllo di username e password.

Vi è memorizzata all’origine una quindicina di stili di citazione (dal “Chicago manual of style” a quello della IEEE o della National Library of Medicine e altri) ma è possibile incorporare stili usati da quasi 1500 riviste. Intrepreta interamente le schede di quasi 400 OPAC internazionali - SBN ovviamente escluso - e altri solo parzialmente. Capostipite storico del servizio è BibTeX, a sua volta evoluzione di LaTeX, per la formattazione di liste bibliografiche e glorioso nella scrittura di formule matematiche, usato come output da molte basi di dati bibliografiche, come quelle di Amazon, di CiteSeer, di PubMed e altre. Zotero non è però unico nel suo àmbito, anche se è per ora il solo che può lavorare direttamente da pagine web: tra gli affini, Aigaion, Bib-it, Jabref, Pybliographer, Referencer,  RefTeX e BibDesk (per Mac OS X).

Che ne avrebbe ricavato un Conrad von Gessner?

[pre-print per "Il bibliotecario", III serie, ISSN 11250992, 1-2/2011]

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