sabato 18 luglio 2009

Web librarianship

Recensione di Mary Joan Crowley (Sapienza, Università di Roma)

Journal of web librarianship”, iniziato a pubblicare nel 2007, vuol fornire una nuova risorsa alla biblioteconomia anche aiutando i bibliotecari a definire con maggiore esattezza cosa sia realmente una “Web librarianship”, e come sia possibile sostenere le tante e nuove responsabilità e ruoli richiesti dal mondo virtuale.

La biblioteca online è un concetto difficile da spiegare, afferma Jody Condit Fagan nell’editoriale del primo numero. Jody oggi lavora come digital services librarian alla James Mason University, ed è autrice di vari lavori sul digital reference, sulla fruibilità e sul Web interface design, ma fin da piccola ha sempre frequentato la biblioteca pubblica locale, dove la lasciava sua madre quando doveva spiegare alle autorità scolastiche la sua scelta di educare i figli a casa. Ironia della sorte, è stata proprio la bibliotecaria a denunciare Jody perché non andava a scuola costringendola, così, a frequentare un regolare corso di studi. Ed è proprio in biblioteca che Jody ha cominciato a giocare con i computer disponibili, in particolare con un gioco educativo basato sugli operatori booleani che, a suo avviso, hanno condizionato le sue scelte professionali. Nel podcast dell’homepage della rivista, Jody dichiara che una delle ragioni fondamentali che l’ha spinta a fondare JWL è stata la necessità di definire quale possa essere la biblioteca del XXI secolo. «La biblioteca» afferma «è uno spazio indefinito, grande quanto e di più della biblioteca vera e propria». È difficile, per la gente, avere una visione concreta ed esatta della biblioteca virtuale, e uno degli scopi di questa Rivista è di fornire una visione virtuale di un uso innovativo e pratico del Web, in ogni suo aspetto, lì dove la biblioteca interseca la Rete come meta spaziale.
Joe Janes, specialista dell’informazione e pro-rettore dell’Università di Washington individua, in un altro podcast, la novità della rivista nell’unione dei concetti di “biblioteconomia” e di “rete”. A suo avviso, il Web non è una tecnologia passeggera, ma qualcosa che rimarrà con noi a lungo. «Non puoi essere un bibliotecario e non navigare in rete; almeno, non un buon bibliotecario» afferma e ritiene che JWL possa aiutare gli operatori del settore a pensare in modo nuovo e differente, ad affrontare nuove sfide e a indicare gli strumenti necessari ad affrontare tali sfide.

Tramite questa rivista, la sempre più ampia comunità di Web librarians può avere a disposizione le ultime recensioni di libri o di altre risorse utili al loro lavoro, gli ultimi risultati delle ricerche, e regolari aggiornamenti sullo stato dell’arte nella biblioteconomia web, sui nuovi progetti di biblioteca digitale all’estero e sugli ultimi sviluppi nella catalogazione e nella classificazione dell’informazione digitale. Scopo del board di JWL è di creare una rivista con finalità specifiche e un’informazione rapida. Per ovviare a ogni ritardo nella pubblicazione, il testo è sùbito reso disponibile online, così come avviene anche con altri periodici come “Nature” o “Science”, e i loro esperimenti con le nuove tecnologie o gli strumenti del Web 2.0 sono intesi a rendere il prima possibile disponibili i risultati delle loro ricerche. Queste e altre notizie e informazioni sulla rivista sono reperibili sul blog editoriale, sul podcast e sul RSS feed.

Qui di séguito, alcuni esempi degli argomenti trattati nei primi numeri del JWL: web page design, test di fruizione della biblioteca o dei siti a essa correlati, catalogazione e classificazione dell’informazione digitale, nuovi risultati internazionali della biblioteca digitale, progetti di biblioteca digitale in Paesi diversi dagli Stati Uniti, uso del Web da parte dei ricercatori, information architecture, pagine Web di biblioteche di dipartimento, RSS feed, podcasting, servizi bibliotecari attraverso il Web, motori di ricerca, uso del “Wiki” per scambi professionali, uno studio di valutazione sull’uso di banner pubblicitari, un tutorial utile su come integrare il catalogo della biblioteca nella barra di ricerca di Mozilla’s Firefox, e altro ancora, in un buon insieme di ricerche approfondite e di suggerimenti pratici.
La Review Section, edita da Phillip M. Edwards, che attualmente insegna alla Information School dell’Università di Washington, dove è dottorando, si occupa di presentare una breve evoluzione del materiale pubblicato riguardante tecnologie emergenti e argomenti relativi al mestiere di bibliotecario. Una visita qui permette di ottenere maggiori informazioni su libri ricevuti, recensioni in corso, o anche informazioni sul numero in uscita, ed è anche una miniera di informazioni e un modo di tenersi aggiornati riguardo alle pubblicazione nel settore. Il materiale recensito nella rivista è elencato su Amazon e può essere ordinato.

I numeri più recenti offrono, nel medesimo modo, una vasta gamma di articoli, che comprendono: cosa fanno le biblioteche con il social Web, come accedere online al patrimonio culturale e storico della Scozia, che cosa fa il webmaster di biblioteche accademiche medio-piccole, l’utilizzo dei course packs digitali per promuovere l’alfabetizzazione informatica tra i nuovi immatricolati, uno studio di fattibilità sull’uso di MetaLib, uno studio di usabilità per studenti sull’homepage delle biblioteche dell’Università del Western Michigan, la ricerca bibliografica con l’ausilio di LibX e di Zotero (due fortunate estensioni open source di Firefox), che cosa vuole l’utente (riorganizzare il sito web sulla base dell’analisi svolta, promuovere lo sviluppo della comunità d’apprendimento online, casi di tutoraggio online, come rapportare le tecnologie sociali con il processo di alfabetizzazione informatica, venti suggerimenti per la promozione commerciale di una biblioteca), e altro ancora.

Sia gli articoli di ricerca più propriamente accademica sia quelli di pratica Web sono “peer-reviewed”, un processo che non durerà più di 6 settimane, assicurano i redattori (Joe James crede fermamente che essere “peer-reviewed” sia importante e che garantisca la qualità delle pubblicazioni). JWL cerca, così, di trovare un equilibrio tra la ricerca accademica originale e articoli di taglio pratico. Recentemente, la rivista ha lanciato un “call for papers” che riguarda siti di biblioteca ai fini della valutazione e degli studi di usabilità. Le metodologie possono essere quantitative e qualitative, studi longitudinali, focus group, indagini, questionari, interviste e altro. Gli articoli possono comprendere la valutazione per il test di nuove metriche che hanno l’utente come riferimento centrale.

JWL è, insomma, una rivista importante per bibliotecari specializzati sulla Rete o sulle risorse digitali, e per quei ricercatori che riconoscono nella biblioteca digitale uno strumento utile al proprio lavoro. D’altro canto, tuttavia, mente si sa che attività a valore aggiunto come il peer-reviewing, il copyediting e la stampa sono cruciali per la comunicazione scientifica ma che sono, nel contempo, strumenti costosi, si sarebbe sperato che una rivista così start-up e di tale natura avrebbe optato per un modello differente di pubblicazione. Inoltre, l’editore pretende che gli autori concordino nel trasferire il copyright dei loro lavori alla Hawthorne Press, anche se permette che essi mantengano i diritti di distribuzione del preprint dei loro articoli e che l’autore possa aggiornare il suo preprint con la versione finale dell’articolo, dopo la review and revision dell’editore scientifico.

Semmai, nel momento stesso in cui i bibliotecari stanno giocando un ruolo accresciuto nella distribuzione dei risultati scientifici della loro istituzione, nel momento in cui hanno cominciato a promuovere la tutela della riserva accademica sul copyright dei loro ricercatori e stanno criticando il potere economico e gli enormi profitti che dà agli editori il mantenimento della proprietà degli articoli, la decisione di pubblicare una rivista così innovativa scritta da e per bibliotecari - la maggior parte dei quali lavora in università - con un editore commerciale è, probabilmente, una scelta non felice.

JWL è una rivista internazionale e peer-reviewed, trimestrale pubblicato da Haworth, da poco assorbito dalla Taylor & Francis. Le informazioni sugli abbonamenti possono essere reperite sulla pagina web della Haworth. Un singolo abbonamento permette l’accesso online da parte dell’intero campus.
[post-print da "Il bibliotecario", III serie, ISSN 11250992, 3/2008, p. 140-143]

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